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La democrazia e il futuro del sistema internazionale

Mario Telò introduce il tema dell’incontro: il rapporto tra democrazia ed evoluzione del sistema internazionale. Secondo il relatore fino ad oggi ci sono state tre grandi ondate rivoluzionarie che hanno sviluppato un processo di democratizzazione: la prima nel 1789 con la rivoluzione francese,la seconda nel 1945 in seguito alla seconda guerra mondiale, la terza nel 1989 con la caduta del muro di Berlino e con la fine della guerra fredda. In questo senso le rivolte di questo periodo nel Maghreb potrebbero evolversi come una quarta ondata di democratizzazione a livello globale. Tuttavia in questo momento ci troviamo in una fase statica. Infatti, sebbene nel mondo ci siano 117 stati democratici, gli stessi quasi mai sono altrettanto democratici in politica estera e nelle relazioni internazionali. Ciò nonostante l’Unione Europea rappresenta un importante struttura democratica sovranazionale. Con il trattato di Lisbona del 2007 il Parlamento Europeo ha requisito il potere di legiferare e bocciare le decisioni di politica estera dell’Unione Europea.
I tre principali aspetti democratici di tale organo sono: il parlamento, la democrazia sociale e l’associazione dei parlamenti a livello europeo.
La domanda ovvia è: “É rilevante questa esperienza di oltre sessant’anni?”, la risposta che Telò fornisce è che l’Unione Europea, nonostante i suoi limiti, può portare ad una maggiore partecipazione democratica, poichĂ© il multilateralismo è reso piĂą efficace ed è legittimato dall’opinione pubblica. Bisogna anche sottolineare come l’Unione Europea non sia l’unica struttura democratica al di sopra degli stati a livello mondiale. Si stanno formando macro regioni in altri continenti, ad esempio in America latina e nel sud-est asiatico.

Vittorio Parsi, secondo relatore dell’incontro, professore di relazioni internazionali alla Cattolica, nonostante non si presenti come un amante dell’Unione Europea incomincia il suo intervento affermando che molte democrazie sorte dopo il 1989 sono fortunatamente irreversibili proprio grazie ad essa. Come fatto dal suo collega nel precedente intervento sottolinea come la diffusione della democrazia sia calata, come quella della Russia stia vacillando e come la Cina non accenni a diventarlo.
Commenta le attuali rivolte del Nord Africa come un fatto sorprendente e positivo, insinua però il dubbio che esse possano diventare come quelle che lui stesso definisce ‘democrazie chiaro-oscure’. Prosegue definendo la democrazia del sistema internazionale come anarchica, in quanto gli attori principali continuano ad essere gli stati sovrani, che come tali non possono essere limitati nella loro azione di governo se non da un sano multilateralismo.
Aggiunge inoltre che la democrazia occidentale non sia una forma di governo da esportare, in quanto la pulsione alla libertĂ  è universale ed essa stessa le ha soltanto dato forma; l’attuale perdita di peso dell’occidente nel contesto internazionale non implica quindi una perdita di pulsione verso la libertĂ .
Conclude affermando, a differenza del professor Telò, che l’Unione Europea si sta dimostrando sempre piĂą un’eccezione mondiale e che, per preservarla e sfruttarla a pieno, serva una Costituzione Europea in grado di risolvere problemi seri.

La conclusione dell’incontro, effettuata dal primo relatore, il quale chiude affermando che le sfide comuni dell’umanitĂ , quali la lotta all’utilizzo della violenza e i problemi ambientali necessitino di una collaborazione a livello mondiale di istituzioni Regionali, organizzazioni internazionali e istituzioni a tutti i livelli.